mercoledì 5 dicembre 2007

Rating o Ranking?

Quale secondo voi il miglior strumento da utilizzare per stilare le classifiche nazionali?
Quale quello più veritiero?
Vi vengono in mente altri strumenti da poter utilizzare?

8 commenti:

Anonimo ha detto...

il punto è trovare un indicatore efficiente della competitività di un giocatore.
rating e ranking non sono sinonimi.
ma sistemi di valutazione con filosofie diverse.
con pregi e difetti.

Anonimo ha detto...

il rating è una stima
della competitività di un giocatore, effettuata attraverso la valutazione delle partite da questo disputate e degli avversari incontrati.

Anonimo ha detto...

il ranking (proprio del tennis) tiene conto invece dei risultati ottenuti all'interno di un intervallo di 12 mesi che scorre continuamente. così i punti accumulati a milano 2007 per esempio sostituirebbero quelli presi a milano 2006. i punti sono principalmente legati al piazzamento nel torneo, anche se esistono + modi per accumulare punti.

Anonimo ha detto...

Appunto.
Nell'accezione di Stefano, il 'rating' è uno strumento di misura della abilità dei giocatori basato sui risultati di tutti i tornei svoltisi nella storia dello Scrabble in Italia.
Il 'ranking' sarebbe invece un monitoraggio attuale sulla abilità dei giocatori, basato su una finestra temporale di osservazione (stile tennis).
E' chiaro che i due sistemi sono diversi.
Il paragone col tennis calza fino a un certo punto. La classifica ATP mi può dire che Federer è il giocatore + forte da 4 anni a questa parte, ma non mi può dire se Federer è + forte di McEnroe, per esempio...
Nello scrabble si può giocare a livello agonistico per svariati decenni, a differenza del tennis, quindi trovo + giusto prendere in considerazione tutti i tornei disputati.
Però... si rischia che un giocatore fortissimo che vince 10 tornei in un anno e poi scompare, rimanga nei secoli in testa al rating senza misurarsi con nuovi avversari, che magari non lo conoscono neppure.
Si potrebbe pensare (forse) ad una sorta di bonus/malus da attribuire in base al numero di tornei disputati in un anno. Questo farebbe lentamente scendere (ma solo a fine anno) il rating dei giocatori inattivi...

Anonimo ha detto...

mentre il rating ce l'avete più o meno presente perchè lo vedete da un po' di tempo il ranking è più oscuro. Diciamo che la classifica gran maestro, in un certo senso si avvicina al concetto di ranking.
punteggio fisso in relazione al piazzamento, un legame tramite il rating agli avversari incontrati un premio per le partite vinte o comunque giocate.
manca una cosa, immaginate adesso che invece di cestinarla ad anno terminato continui ad usarla. arrivando a marzo scorrendo la finestra dei 12 mesi andrea gianni perderebbe tutti i punti presi nel torneo di napoli 180 di rating, 100 del torneo, 48 per le partite vinte 228 pt. in tutto questi verrebbero sostituiti dai punti presi da andrea nel torneo di quest'anno. e se non ci va? 228 escono dalla finestra e zero vi entra. il ranking funziona così.

Anonimo ha detto...

non è che io preferisco un sistema ad un altro.
ritengo il rating più adatto alla nostra finalità e alla nostra situazione.
per ovviare al limite dei giocatori in classifica che non giocano da tempi è stata adottata
la correzione che dopo 18 mesi di assenza dai tornei un giocatore viene posizionato nei passivi.

mi sembra ragionevole

Dragone ha detto...

Si può tranquillamente tenere entrambi,l'uno non esclude l'altro,personalmente preferisco il rating anche se mi sfugge il criterio per il quale alcuni giocatori con un bilancio di partite vinte/perse sono sotto ad altri che invece hanno un bilancio negativo,a mio parere il rating necessita di un correttore in tal senso.Il ranking dello scrabble potrebbe essere il gran maestro ed il fatto che abbia cadenza annuale mi pare giusto.

Anonimo ha detto...

L'attuale rating ha dei difetti, ma l'avevo concepito proprio per essere abbastanza semplice e comprensibile. In effetti soffre (tra l'altro) di una certa "inflazione" per cui con l'andare del tempo i punteggi dei giocatori tenderanno ad aumentare in valore assoluto. Un correttivo per le assenze potrebbe essere la perdita di un 2-5% per ogni anno di passività, ma è una pezza.
C'è da dire che le partite più antiche tendono ad avere meno peso nel calcolo, quindi "l'invecchiamento" delle prestazioni lontane c'è già.
Credo che dovremmo usare un sistema matematicamente più valido, anche se dalla formula incomprensibile (l'ELO degli scacchi, per dire).
Un ranking, non so, sospetto che se i due sistemi fossero buoni tenderebbero a sovrapporsi.
ciao
michele